sabato 27 gennaio 2018

Pettole e sannachiutuli di nonna Pina

Lo scandire del tempo lo si poteva distinguere anche dai vari cibi che si preparavano. Era autunno inoltrato se si cucinava la zucca, la verza, la catalogna, era vicino l'inverno  se si cominciava a friggere le pettole. Per la vigilia di Natale era, e lo è tuttora, un dovere impastare "li pettuli e li sannacchiutuli" tutto rigorosamente fritto in abbondante olio di oliva.
La vigilia dell'Immacolata nonna Pina tirava fuori dal suo cartone originale  lo storico albero di Natale, prendeva dal ripostiglio gli addobbi e riempiva l'albero con le palline  variopinte  glitterate in vetro soffiato, con i ganci in metallo, che risalivano agli anni cinquanta.
 Le sistemava sui rami assottigliati dal tempo, terminate le palline  girava intorno all'albero prima le luci, erano delle piccole lanternine con all'interno delle lucette che si accendevano e spegnevano attraverso un intermittente che si poneva sulla presa, in ultimo delle ghirlande di filo argentato o rosso, che completavano l'albero di Natale. Sulla base  preparava una piccola grotta e un giaciglio di paglia che sarebbe servito ad accogliere la natività. Finalmente era pronto lo accendeva collegando la spina alla presa controllando che tutto fosse a posto. Il primo passo era fatto.
Per scelta la nonna non faceva le pettole per la vigilia dell'Immacolata poiché,pur non essendo superstiziosa, da quando una vigilia nonno Nele finì, in ospedale (a quei tempi era raro ricoverarsi se non per cose gravi) lei le pettole le impastava la prima volta solo per la vigilia di Natale. Su questa data era irremovibile.
 Il ventiquattro  di Dicembre lei si alzava all'alba ed impastava "li sannacchiutuli" una sorta di gnocchi con l'impasto dei taralli al pepe, però fritti; preparava l'impasto sulla spianatoia e lo faceva lievitare in attesa di ciò in una grossa coppa di ceramica impastava  le "pettole" (un impasto molliccio di farina acqua sale e lievito). le sbatteva con le mani energicamente le faceva  lievitare lentamente una volta pronte ne faceva delle palline stringendo nelle mani bagnate l'impasto molliccio delle pettole  facendole cadere nella padella nella quale aveva versato abbondante olio che aveva messo a scaldare faceva delle palline perfette le girava frequentemente e le tirava fuori solo quando avevano un colore ambrato. In un altro recipiente metteva della carta assorbente la stesa che si utilizzava per avvolgere il pane, sarebbe servita ad assorbire l'olio dalle pettole. Quindi tornava all'impasto fatto precedentemente che aveva avuto tutto il tempo di fare la sua lievitazione. Con sapienza e pazienza cominciava a stendere la pasta facendone dei lunghi e stretti cilindri, che tagliuzzava in pezzi da due centimetri. In questa fase coinvolgeva i bambini facendoli cavare con due dita o con i rebbi della  forchetta. Una volta finito questo lungo procedimento lei tornava ad accendere sotto la pentola dell'olio e ricominciare a friggere. Finalmente ci si metteva a tavola per il pranzo della vigilia  che era a base di verdura" pettole e sannacchiutuli".La sera si mangiava in compagnia e a mezza notte i bambini  cantando "Tu scendi dalle stelle" e accendendo le scintille improvvisando una processione con a capo il più piccolo fra i bambini al quale affidavano (scortato dalla nonna) il bambinello di carta pesta poggiandolo sulle sue manine che avrebbe deposto su quel giaciglio di paglia che  nonna Pina aveva preparato nella piccola grotta.
RICETTA SANNACCHIUTULI
1 kg di farina
gr 250 di olio di oliva
un bicchiere di vino bianco
un cucchiaio di sale
un pizzico di pepe
gr 20 di lievito di birra (o un pizzico di bicarbonato).
ESECUZIONE
Versare la farina su una spianatoia o altro piano di lavoro  mettere il sale il pepe e fare un buco al centro posizionare il lievito  sciogliere con il vino tiepido, in un pentolino mettiamo l'olio che faremo scaldare e che aggiungeremo al resto degli ingredienti. Impastiamo tutto stemperando bene bene, fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico una volta che l'impasto è uniforme lo mettiamo a riposare  coprendo con una tovaglia ed una copertav( per accelerare la lievitazione) aspettando che il lievito faccia il suo lavoro. Dopo 45 minuti di lievitazione tagliare a  pezzi,  avendo cura di coprire l'impasto rimanente, stendere facendo dei cilindri lunghi che taglieremo a pezzetti di circa due cm. Dopo questa operazione  aiutandosi con l'indice caveremo ogni pezzetto ci si può aiutare anche con i rebbi di una forchetta .Lasciamo lievitare un quarto d'ora e friggere in abbondante olio oliva caldo non toccarli fino a che non salgono a galla girarli,be aiutandosi con una schiumarola tirarli fuori mettendoli in una coppa foderata di carta assorbente in modo che si assorba l'olio in eccesso. Si possono mangiare sia caldi che freddi.
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