lunedì 1 maggio 2017

passeggiate rurali



Le passeggiate in campagna in contrada "Grani"(sotta crani) erano una costante.  Almeno una volta a settimana, nonna Pina e nonno Nele, si mettevano in macchina (la mitica Renault quattro) con i nipoti e raggiungevano la chiesa della Madonna dei Grani,una chiesetta del 1500, situata sulla via di Villa Castelli dopo la caserma dell'aeronautica di Spadone .Si vedeva sulla sinistra la chiesetta con un albero di pino altissimo  dove nonno Nele aveva passato gran parte della sua giovinezza. Quello era un posto isolato e non coltivato quindi era facile trovare delle "cicorie" incontaminate, posto all'ombra, motivo per cui il tarassaco era alto e tenero.
 Nonna Pina prendeva le lucertole con molta delicatezza e insegnava ai nipoti a non averne paura ma, a rispettarle gliele passava nelle mani  raccomandando loro di non stringerle. Alcune volte prendeva degli enormi Ramarri, molto diffusi da quelle parti poiché là vicino
   c'è la sorgente del fiume Pactius oppure Ausonio, così diceva la nonna.I lucertoloni  avevano vari colori di verde e nonna Pina li faceva accarezzare ai nipoti facendogli notare che avevano una specie di cresta . I bambini alcuni erano affascinati altri impauriti e nonostante ciò la toccatina al ramarro gliela davano tutti.Mentre i nonni raccoglievano,muniti di coltello, le cicorie selvatiche, i ragazzi ispezionavano la chiesa girando fra le varie stanzette una delle quali, diceva il nonno, aveva funto da sagrestia.Si inginocchiavano davanti all'altare dicendo una preghiera rivolgendosi  alla Madonna dei grani rappresentata in un affresco sopra l'altare; raccoglievano dei fiori selvatici mettendoli in un barattolo di vetro e depositandoli ai piedi dell'altare. Sulla sinistra c'era una scala che portava sul terrazzo,dove c'era una sorta di campanile che aveva ospitato delle campane delle quali non vi era più traccia.Da sopra al terrazzo si vedevano vigneti e uliveti a perdita d'occhio.Sul piazzale i nonni erano ammaliati dal silenzio interrotto dal cinguettio degli uccelli ,dai gridolini dei più piccoli che inseguivano le farfalle.

Finita la raccolta ci si incamminava verso il canale Reale che in genere era pieno di acqua della fonte( qualche chilometro più avanti era stato utilizzato per scarico di acque reflue)  popolato da rane ,rospi e sanguisughe che i nonni raccomandavano di non toccare essendo pericolosi. Ai margini del canale  c'erano tante canne che in estate mettevano dei fiori che nonna Pina raccoglieva e teneva sempre in un vaso poiché quei fiori erano perenni.Lungo la strada nonna Pina  indicava i vari pozzi di acqua sorgiva
dai quali bisognava tenersi alla larga,raccontando che nonno Nele e i fratelli da giovani anche solo giocando a scavare  vedevano spuntare l'acqua sorgiva e si affrettavano a ricoprire affinché non li sgridassero;continuava dicendo che tutte le Domeniche nella chiesa si celebrava la messa e nel forno posto di fronte alle stalle di fianco alla chiesa infornavano il pane loro e gli altri parenti almeno due volte a settimana .Si rientrava a casa che era quasi buio felici di aver passato un pomeriggio fra la natura e tante storie che nonna Pina diceva.

3 commenti:

  1. Mi piace! Grani è sempre stata molto importante e molto amata da tutta la famiglia! Aldo la prima volta che sono venuto a Francavilla mi porto' a vedere la zona! Nonno Nele mi racconto' che quando era piccolo durante lavori di scavo dietro la chiesa , furono rinvenuti antichi pavimenti a spina di pesce nonché un sarcofago di pietra probabilmente di un bambino date le dimensioni, che poi fu adoperato come pila per l'acqua! Favoleggiava pure di una moneta rinvenuta dal fratello Ciccio con la testa di Giulio Cesare in oro e di altri ritrovamenti fittili, tanto a testimoniare che lì a Grani in antico sorgesse un agglomerato di case o un vero e proprio casale!
    In antico

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  2. Quando d'estate passavamo le vacanze presso la casa di campagna non lontana dalla chiesetta della Madonna dei Grani, il nonno andava anche a caccia, e io mi divertivo, (le rare volte che mi permetteva di andare con lui) di urlare quando era intento a sparare agli uccelli, così facendo li facevo volare via, inoltre quando pioveva andavamo a raccogliere lumache, il nonno conosceva dei punti vicino a dei muretti a secco dove ne trovavamo in abbondanza,al ritorno stanchi chiedeva alla mia mamma di cucinare. Che stanchezza ma che sapore avevano quelle lumache!!!

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  3. Che bei tempi.
    Rimane la nostalgia

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