sabato 20 maggio 2017

Il pane fatto in casa

Nonno Nele, verso la fine di giugno, provvedeva all'acquisto del grano che sarebbe servito per tutto l'anno. Lo metteva steso all'aria aspettando che si asciugasse, i ragazzi, approfittando dei momento in cui il nonno non c'era, si tuffavano nel grano a piedi nudi  divertendosi a  buttarselo addosso a pioggia, questo particolare i nonni non lo hanno mai scoperto. E' stata una confessione tardiva.
Una volta che il grano era asciutto lo riponeva in un sacco di iuta e man mano che serviva, la farina per il pane andava al mulino a macinare.



IL PANE
Una volta a settimana preparavano l'impasto per il pane ne facevano diciotto chili poiché era l'alimento principe, anche questo evento era visto più come una festa che un lavoro, che di lavoro si trattava e piuttosto pesante dovendolo impastare tutto a suon di braccia. Nonna Pina "criscia lu luatu" che sarebbe servito ad impastare il pane. Prendeva un chilo di farina la metteva sulla spianatoia "lu taulieri" ci faceva un vuoto al centro posizionava il lievito madre "lu luatu" non era altro che un pezzo dell'impasto del pane precedente, non infornato e conservato in una coppetta di ceramica coperto di olio e con un poco di acqua tiepida lo stemperava per poi impastarlo con quel chilo di farina, aspettava pazientemente che l'impasto lievitasse; il ruolo di nonna Pina si esauriva qui.
Era il momento di nonno Nele delle sue figlie più grandi Carmela, Antonietta e qualche volta in estate della cognata Italia.

L'IMPASTO
In genere l'impasto lo preparava di sera poiché "Luiggi lu furnaru" (il fornaio Luigi) metteva in funzione il forno solo la mattina, la prima infornata alle sette, la seconda alle nove. Il primo passo da fare era quello di scendere "la mattra banca" (il tavolo senza gambe) che era posta in una stanzetta sul terrazzo sospesa ad un chiodo, poiché l'unico uso che se ne faceva era quello dell'impasto, lo poggiava su due sedie stabili, lo ripuliva ci versava la "farina burattata" farina integrale di grano duro che aveva macinato qualche giorno prima, prendeva dell'acqua precedentemente scaldata sul fuoco ci versava circa quattrocento grammi di sale grosso girava con un lungo cucchiaio di legno finché il sale si scioglieva completamente, scavava al centro della farina una larga e lunga buca, aggiungeva "lu luatu crisciutu" che nonna Pina aveva impastato il giorno prima, aggiungeva l'acqua gradatamente finché la farina ed il lievito non fossero diventati un tutt'uno, a questo punto intervenivano le donne che gli davano una grossa mano ad impastare il grosso pastone, quando l impasto era ben amalgamato si passava al taglio degli otto pezzi di pane, "li panetti" che passavano ad uno ad uno prima dalle mani di Carmela, poi nelle mani di Antonietta, che aveva la mano calda, ed infine nelle mani di nonno Nele che modellava il panetto e lo depositava nelle mani di nonna Pina, che  lo sistemava sulla spianatoia, sul quale aveva posto la tovaglia del pane, coprendolo con molta cura stando attenta che il pane non prendesse vento "vintisciava"e si sarebbe formata una leggera crosticina che gli avrebbe rallentato la lievitazione. Una volta completato questo lavoro, coprivano i panetti con la tovaglia del pane e ci aggiungevano le coperte per tenerlo al caldo, fino all'alba del giorno dopo.Durante la notte nonna Pina andava a controllare se il pane era cresciuto stando attenta ad alleggerirlo se ce ne fosse stato bisogno o appesantirlo se la lievitazione fosse stata lenta.

La mattina  nonna Pina prendeva un pezzo di pane lievitato che era stato fatto apposta per la pasta fritta e l altro per "lu luatu" li separava dal resto dei panetti e procedeva col lievito depositandolo in una coppa di ceramica, con l'altro faceva dei piccoli dischi che friggeva in abbondante olio d'oliva, "la pasta fritta" che ne usciva la dava ai ragazzi prima di andare a scuola.
Nonno Nele andava al lavoro e nonna Pina aspettava il fornaio che venisse a ritirare il pane per infornarlo "di prima" se era lievitato giusto, "di seconda" quindi alle nove se non avesse raggiunto la giusta lievitazione. Verso mezzogiorno il fornaio portava da casa il pane caldo e profumato.Che festa!

8 commenti:

  1. Che sapore!!!! Che buono quel pane!!" Lu luatu" poi era come un bambino per la nonna lo proteggeva e lo accudiva ogni giorno, guai a chi lo toccava!!!! Sembra ieri quando il fornaio c'è l'ho riportava caldo appena sfornato con il tavoliere di legno in testa.

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  2. Perdonatemi ma t9 mi ha fatto scherzi ho scritto l'ho invece di lo

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  3. Prima che si raffreddasse avevamo fatto fuori già il primo panetto

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  4. Mamma mia che buono!!! Era buonissimo appena sfornato ma quando ormai era duro lo usavamo per l'acquasale!!! Zia una bella ricetta dall'acquasale!!! Buonaaaaa

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  5. Certo cara Amalia provvedo quanto prima.

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  6. Leggendo mi è venuta fame! Vorrei la pasta fritta!

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