venerdì 28 aprile 2017

Guerra e fichi

Nonna Pina spesso nelle serate invernali ,intorno alla "fracera" (braciere con carboni ardenti che serviva a riscaldarsi), ai ragazzi raccontava ciò che aveva vissuto durante la seconda guerra mondiale. Raccontava di quando suo padre  per sfuggire ai nemici si era rifugiato nelle acque gelide di un fiume e a causa di ciò ,aveva contratto una brutta malattia polmonare.ragione per cui era rientrato dalla guerra. E di quella volta che erano scappati lei, le sue tre sorelle, i suoi quattro fratelli, sua madre e suo padre  in campagna, "alli Munti" (contrada Monti), dove avevano una piccola casetta,nella quale si sarebbero riparati per sfuggire alle incursioni aeree. Quel giorno erano nella piccola casa, quando il nonno Luigi scrutando l'orizzonte in fondo alla piantagione di fichi vide arrivare dei soldati. Rientrò subito in casa chiamò le figlie. Le rassicurò dicendole che quello che avrebbe fatto di li' a poco era necessario per salvarle la vita.
 Nonna Pina non capiva cosa volesse dire ma, stette zitta, comprendendo che era qualcosa di grave. Nonno Luigi insieme a sua moglie Antonietta scambiandosi solo un'occhiata, presero  le ragazze velocemente, legando loro una corda alla vita e ad una ad una le calarono nella cisterna dell'acqua piovana, posta all'interno della piccola casa, e chiuse il pozzo con la pietra di protezione. Le ragazze lì sul fondo della cisterna, si abbracciarono tremando e stando attente a non fiatare, poiché il nonno aveva raccomandato loro di stare in assoluto silenzio. Arrivarono i soldati e come previsto per prima cosa chiesero se ci fossero delle "senoritas". Suo padre rispose ad alta voce, affinché sentissero anche le donne nel fondo della cisterna,  dicendo che non c'erano signorine ma, solo quei quattro ragazzini.  I militari non si fidarono, fecero un giro nella piccola casa, guardando dappertutto, passarono anche sulla pietra che copriva la cisterna, senza trovare il geniale e pauroso nascondiglio. I  maschi muti senza dire una parola, anche se uno di quei militari cercava di estorcere informazioni. Nonna Pina e le sorelle immerse nell'acqua, tremavano dal freddo e dalla paura.
 Finalmente, i soldati  decisero di andarsene,  allora  il nonno prese dei fichi secchi e glieli diede a malincuore, poiché erano pochi e sarebbero serviti a sfamare la famiglia per qualche giorno. Aspettò un bel pezzo lasciando allontanare i soldati, che non avevano trovato quello che speravano, prima di tirar fuori le figlie dal pozzo, nel quale avevano si rischiato la vita ma, comunque salve da ciò che sarebbe potuto accadere.
Nonna Pina raccontava che da allora non aveva mai provato paura più grande.

4 commenti:

  1. Penso alle innumerevoli volte che la nonna Pina Raccontava questo e molti altri episodi di quella guerra lontana e penso anche, a quanta poca importanza abbia dato da bambina, a quei racconti che solo ora mi colpiscono profondamente, perché " ora da grande " ne comprendo il significato.

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  2. Ricordare nuovamente questo racconto mi suscita lo stesso effetto di quando ero bambina e ascoltavo la nonna che con voce carica di emozione riviveva quella triste esperienza, la guardavo fissa negli occhi che si riempivano di lacrime,ogni volta rimarcava il sacrificio dei suoi genitori e l'amore immenso per i suoi figli e diceva: "atri tiempi" (altri tempi) ed era proprio vero, oggi invece ci si lamenta di tutto e non si è mai contenti!!!

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  3. La cosa più assurda è che c'è gente che dice con orgoglio che l'unica via di uscita dalla crisi è la guerra, come se non portasse morte fame e disperazione!

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  4. Pina me lo aveva raccontato! Questo fatto avvenuto nel ficheto fu molto sconvolgente per tutta la famiglia! Mi pare che abbia raccontato che per calarle nel pozzo, i genitori abbiano adoperato una grande cesta, con la quale poi, una volta cessato il pericolo, le riportarono in superficie!

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